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#PROGETTI DI ARCHITETTURA COMMERCIALE
Il Quartier Generale Pratic di GEZA
La Pratic Spa, produttrice di sistemi di schermatura solare, è un sito industriale dove l'architettura per la produzione diventa un contributo al paesaggio e rafforza la sua identità
L'intervento coinvolge e integra volumi industriali e grandi spazi aperti. Le funzioni produttive e direzionali si relazionano al paesaggio senza mimetismo e gli spazi sono progettati con l'obiettivo di stabilire un dialogo costante tra interno ed esterno. L'edificio diventa così un punto di riferimento confortevole e funzionale.
L'impianto tipologico comprende una palazzina uffici, uno showroom, laboratori di ricerca e innovazione, spazi per la produzione, la verniciatura e i magazzini, un'area benessere per i dipendenti. Tutte queste funzioni sono collegate dalla progettazione di spazi aperti e parcheggi, definiti dai terrapieni modellati lungo le strade, dagli spazi dedicati al relax e all'incontro, dal controllo dei panorami sul paesaggio. E' un edificio industriale in costante relazione con il paesaggio naturale. La sede centrale è stata costruita in due fasi: la prima nel 2011 e la successiva espansione nel 2018. L'ampliamento del Pratic, costruito in aderenza all'edificio industriale del primo lotto, è un progetto complesso, pur mostrando apparentemente un carattere essenziale. Si tratta di un edificio rettangolare di circa 9.000 mq che completa e migliora il reparto produttivo esistente costruito nel 2011. Il programma funzionale è pressoché identico a quello dell'edificio precedente: uffici, servizi, mensa, area benessere, produzione, magazzini, stabilimento di verniciatura, nonché aree di parcheggio e aree di servizio inserite nella rigorosa progettazione degli spazi aperti.
Il nuovo edificio si compone di due semplici elementi: il ritmo dato dalle finestre, che ripete e dichiara la continuità con la facciata esistente, e la pelle riflettente, che dissolve il nuovo volume nel cielo. Il primo lotto, nero e granuloso, sembra nascere dal terreno, sistemando l'edificio sul posto; il secondo lotto, sempre nero ma riflettente e iridescente, rispecchia il paesaggio e la luce con immagini sempre diverse a causa della variabilità del tempo. Il primo è "pesante" e permanente, alla ricerca dell'eternità, il secondo è "leggero" e mutevole, pronto a dissolversi nel cielo: l'edificio ha completato la muta della sua pelle.
La facciata è costituita da un unico materiale, di dimensioni uniche: un pannello in policarbonato fissato a una struttura prefabbricata in calcestruzzo. I pannelli sono costituiti da due diversi tipi di policarbonato combinati tra loro: la parte posteriore ha una mescola opaca che impedisce il passaggio della luce, mentre la parte anteriore è "congelata". In questo modo la struttura portante si nasconde completamente dietro il sistema di rivestimento e la verticalità della nuova facciata instaura un interessante dialogo con i pannelli in calcestruzzo nero dell'edificio esistente. L'edificio riflette il cielo e appare rivestito da enormi lastre di vetro, mentre da vicino appare più "leggero", mantenendo un dialogo con la preesistenza.
L'intero insediamento è incluso nella progettazione architettonica del paesaggio e degli spazi aperti. Luoghi destinati al relax, percorsi pedonali e parcheggi sono racchiusi nella progettazione dei "terrapieni modificati" che inseriscono sottili variazioni di pendenza rispetto alle strade e alle vie di accesso. In questo modo, il progetto viene inserito nel terreno in modo chiaro, evidenziando la forma e la geometria del territorio. L'edificio dimostra che l'architettura industriale può aggiungere valore al paesaggio e migliorare la qualità dell'ambiente di lavoro. E' una grande opportunità per ripensare il rapporto tra architettura e natura, rimettendo l'uomo al centro.
Il complesso situato adiacente alla strada provinciale che da Udine porta a Spilimbergo. L'intervento è composto principalmente da un volume parallelepipedo con una superficie di circa 9.000 mq che ospita il nucleo produttivo principale e un secondo volume di circa 1.000 mq posto adiacente al primo ma ruotato in modo da allinearsi con l'autostrada è dedicato agli uffici. L'area, ancorata nella zona industriale del paese, è intimamente legata anche al paesaggio agricolo circostante ed è incorniciata a nord dal paesaggio montano.
Il progetto è permeato da un forte desiderio di semplicità. Il volume che ospita gli uffici diventa un segno che colpisce anche per chi viaggia in autostrada, che cerca di stabilire un dialogo tra i concetti di stasi e movimento. La verticalità più marcata del nucleo produttivo è caratterizzata da una facciata striata dominata da superfici vetrate alternate a pannelli pieni di diverse larghezze, sempre di dieci metri di altezza. Le diverse dimensioni della pietra di marmo nero e del cemento scuro che compongono la finitura dei pannelli permettono di ottenere una facciata variegata e viva con il gioco di luce solare, ombra e condizioni atmosferiche mutevoli.
Il nucleo dell'ufficio è protetto sul lato sud da una trave di cemento scuro di grandi dimensioni (circa 80 metri di lunghezza) che evidenzia su larga scala l'orizzontalità di alcuni elementi del progetto. La trave, parallela al suolo, proietta oltre il perimetro dell'edificio come a indicare un confronto tra sé e il paesaggio. Il suo riflesso sulla facciata vetrata produce una grande "ombra fluttuante" che svolge una funzione climatica mediando la temperatura all'interno degli spazi di lavoro.
Questa semplicità può essere compresa anche in termini di interazione del progetto con il contesto circostante: il terreno coltivato si apre verso i fronti sud e ovest del complesso, fondendolo con il paesaggio. I due edifici principali si trovano a cavallo del giardino, un'area semiprivata che concilia il nucleo produttivo con quello dell'amministrazione. La materialità e la natura dello spazio interrompe la fluidità del nucleo dell'ufficio, creando un rapporto più intimo tra natura e uomo. L'area riservata ai veicoli è situata all'interno di un perimetro circolare leggermente interrato rispetto all'autostrada per attenuare l'impatto visivo che questo ha sul progetto. Fonte: GEZA.
![Il Quartier Generale Pratic di GEZA](https://img.archiexpo.it/images_ae/projects/images-om/63387-14158957.jpg)
![Il Quartier Generale Pratic di GEZA](https://img.archiexpo.it/images_ae/projects/images-om/63387-14158981.jpg)