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#PROGETTI DI ARCHITETTURA PUBBLICA
Santuario interno: la fabbricazione del tabernacolo, da Giacomo Moor e da Emmemoboli
Abbiamo gradito l'idea di creare una nuova presa sul tabernacolo, il gabinetto decorato in cui l'eucaristia è immagazzinata in chiese cristiane. La maggior parte sono lavorati in oro barrocco ed in curve gotiche, in modo da abbiamo rivolto a Giacomo Moor aiutarci a trovare un nuovo estetico per il contenitore sacro. “La richiesta era inattesa e piuttosto sorprendente,” dice il progettista italiano. “Come ateo, ero curioso circa l'invito a ripensare un oggetto collegato così rigorosamente alla religione.”
Moor ha fatto il suo compito, notante che, attraverso la storia, il tabernacolo ha preso le forme differenti ed ha offerto le esperienze differenti, dall'architettonico e immersive ad un'urna tipo scatola. Attracchi inoltre ha ottenuto etimologico. “Il tabernacolo viene dal taberna latino di parola, residenza di significato,” lui spiega. Infatti, precisa, sia in ebreo che le religioni cristiane, il tabernacolo è un genere di casa mobile per il divino. “A me, questo significato evoca un'interazione con l'oggetto, uno spazio privato e intimo per esplorare una” s la propria spiritualità. “
Basato a Milano, attracchi i funzionamenti uno delle officine dei più giovani carpentieri dell'Italia ed è un esempio raro di un creativo italiano chi progetta, costruisce ed installa la sua propria mobilia. Dal lancio dello studio del GM nel 2011, ha lavorato alle commissioni private ed ha collaborato con le gallerie locali quali progettazione e ProjectB della posta di Memphis. I suoi interni caratterizzano le composizioni minimalisti e su misura in legno; lucido e dinamico, evidenziano la leggerezza del materiale.
Moor ha creato il tabernacolo in collaborazione con alla la marca basata Brianza Emmemobili della mobilia. La società è stata fondata negli anni 80 dalla famiglia di Tagliabue, che stava producendo la mobilia di legno dal 1879. Emmemobili ora è conosciuto per la sua raccolta impressionante che combina le tecniche tradizionali della falegnameria con le forme innovarici ed ha collaborato con i progettisti quali Ferruccio Laviani e Matteo Thun. “Ci abbiamo conosciuti Giacomo ed il suo lavoro, ma mai non abbiamo avuti la probabilità di collaborazione con lui finora,” dice Maurizio Rainoldi, il direttore commerciale della società che, con il proprietario Giuseppe Tagliabue, ha seguito il progetto con ogni punto del processo. “Wallpaper* ci ha dato l'opportunità di trasformare questo interesse in una collaborazione concreta.”
Attracchi e Rainoldi inizialmente si è incontrato per discutere il significato intrinseco del tabernacolo e le loro intenzioni per il pezzo. “Abbiamo scoperto che eravamo realmente nella sincronizzazione durante il nostro primo scambio di idee,” dice Rainoldi. “Abbiamo acconsentito il tabernacolo dovremmo essere un totem simbolico, oltre una fede specifica. Un posto per dare energia ad un individuo, qualunque le sue credenze religiose.”
A prima vista, la progettazione di Moor assomiglia ad un modesto, meravigliosamente elaborato, gabinetto della noce di Canaletto. Il suo aspetto monolitico è ripartito per pannellatura sottile e asimmetrica, sistemata intorno ad un elemento centrale fatto della rafia. “Il tabernacolo reale è questo pezzo centrale,” spiega attraccano, che ha voluto creare una giustapposizione fra il contenitore umile di paglia ed il legno ricco intorno.
“Una volta chiuso, l'intero pezzo è un armadietto totemico, ma le sue due porte a forma di L sono aperte una volta, rivelano un mondo intimo, caratterizzante le scatole, scaffali ed i cassetti,” spiega Rainoldi. Dentro, le porte sono laccate in blu, creante un contrasto. Attracchi si veda la progettazione come micro-architettura funzionale, un posto intimo che potrebbe essere usato come un'area di lavoro, uno scrittorio di scrittura, un armadietto dell'esposizione o stoccaggio domestico.
Il pezzo è stato fatto interamente dal gruppo dello specialista di Emmemobili in Cantù, vicino al lago Como, facendo uso di una combinazione di lavoro manuale e di macchinario dello specialista. “Il nostro lavoro è più simile alle alte mode che al prêt-à-portatore,” nota Rainoldi. “In questo caso, abbiamo ricavato DNA di s dalla società” per sviluppare gli elementi differenti che formano il pezzo. “Inoltre nota che sebbene la società” raccolta di s caratterizzi i pezzi altamente espressivi, raggiunto con le costruzioni complesse, il tabernacolo era differente, sembrando modesto una volta chiuso e conservando la perforazione emozionale per quando si apre.
“La mia intenzione era di tradurre il concetto di un tabernacolo in idea universale, aggiungente la funzionalità ed alcune piccole sorprese, che sono rivelate mentre la usate,” aggiunge il progettista. Rispetto ai suoi progetti indipendenti, l'assegnazione fatta a mano con Emmemobili le ha offerto la probabilità sviluppare una relazione di collaborazione unica. “Questo genere di collaborazione è molto differente dai miei progetti soli, o quelli che mi sviluppo con le gallerie,” spiegano attraccano. “Qui, ho imparato molto circa il knowhow specifico di s della società”, perché c'è un più grande scambio di opinioni. Penso che un prodotto finito dovrebbe sempre essere il risultato di una sinergia fra la società ed il progettista. “
Per Emmemobili, questo è un principio informatore; la marca ha stabilito le relazioni solide con alcuni dei progettisti principali dell'Italia, producendo una cartella eclettica di mobilia. Il suo retro-catalogo comprende i pezzi quali la tavola “del Twaya” di Ferruccio Laviani, una meraviglia di legno scultorea che imita le onde di una tovaglia come pure il suo boiserie asimmetrico, che gioca con gli archetipi tradizionali degli interni ad un modo radicale.
“Gradiamo le sfide,” dice Rainoldi. “E sebbene il tabernacolo non potrebbe guardare come ha posto molte difficoltà, il nostro gruppo ha dovuto trovare la migliore soluzione ai problemi come come creare l'elemento centrale della paglia.”
Rainoldi e Moor acconsentono che il loro momento favorito della collaborazione stava vedendo il pezzo finito, quattro mesi dopo essere stata chiesta di immaginare e creare un tabernacolo per il fatto a mano santo della carta da parati! mostra a Milano questa primavera. “Quando non sto producendo un pezzo che abbia progettato, mi meraviglio sempre a vedere il prodotto finito,” dice attraccano. “Lo immagino, penso a questo proposito, ma quando lo vedo nella carne, l'impatto è sempre più forte.”
