#PROGETTI DI ARCHITETTURA PUBBLICA
Scuola di Santa Elena
La Scuola secondaria di Santa Elena, nella foresta peruviana, disegnata da Marta Maccaglia e Paulo Afonso, è un edificio che si adatta alle condizioni geografiche, morfologiche e climatiche del luogo, ma anche alla situazione culturale e sociale dell
Il progetto di Santa Elena ha inizio attraverso un lavoro di studio e ricerca sul campo, in seguito a riunioni comunitarie, interviste alla popolazione e workshop partecipativi.
Dai dati rilevati sono emersi sogni e aspettative delle comunità, soprattutto a favore dell’istruzione dei più giovani. Per questo gli abitanti hanno espresso la volontà di ricostruire il loro futuro e superare il passato, cominciando proprio con la costruzione di una scuola.
L’analisi del suolo ha rivelato l’esistenza di un terreno di riporto sul lato ovest del lotto; essendo la parte orientale quella che presenta una superficie più solida, si è quindi proposta la costruzione di un volume compatto e longitudinale sul lato est. La zona occidentale, meno resistente, è stata destinata alla creazione del giardino della scuola, del campo sportivo e dell’area verde.
Il volume si sviluppa su due piani. Nella zona centrale, un patio coperto con doppia altezza divide la scuola in due parti, separando le funzioni. La parte nord dell’edificio è destinata alle aule scolastiche e ai servizi igienici degli studenti, il lato sud ospita la hall d’ingresso, i laboratori, la biblioteca/aula multifunzionale e le aule dei docenti.
La struttura portante è in cemento armato, i muri sono in mattoni artigianali di argilla, mentre il legno è stato utilizzato per la struttura del tetto e del frangisole delle facciate est e ovest. Questo sistema favorisce l’illuminazione indiretta, mantiene lo spazio ventilato e protegge il lungo corridoio dalla pioggia. Nella parte superiore dei muri piccole finestre, con lo stesso sistema frangisole, permettono l’uscita dell’aria calda e un ricambio d'aria costante all’interno delle aule.
Grazie all’asse longitudinale del corridoio, che attraversa da nord-a sud l’edificio, si possono apprezzare i cambi di altezza e l’alternanza degli effetti luminosi dati dai diversi volumi.
Il volume protendendosi verso l’alto nella parte centrale genera una forte pendenza verso la parte nord e sud. In entrambi i lati, sopra i servizi igienici, sono appositamente collocate delle cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, che viene impiegata per i bagni e una volta usata viene purificata mediante un sistema di filtraggio e riutilizzata come acqua d’irrigazione.
L’architettura si deve adattare, non solo alle condizioni geografiche, morfologiche e climatiche del luogo, ma anche alla situazione culturale e sociale delle comunità. La fine dei lavori di costruzione è in realtà solo l’inizio di un processo di sviluppo, in cui la scuola è un luogo in cui studiare ma anche punto di riunione e lavoro per l’intera comunità.