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American Food 2.0
American Food 2.0, il Padiglione USA di Biber Architects è un invito a entrare in un forum pubblico trasparente e aperto per una conversazione globale sull’alimentazione del pianeta.
Il Padiglione USA all’Expo di Milano presenta il ruolo unico dell’America nel futuro del cibo e ospita una conversazione globale sulla sfida di nutrire più di 9 miliardi di persone entro il 2050.
“American Food 2.0: Uniti per Nutrire il Pianeta”, racconta la storia del cibo americano – uno insieme di innovazione, diversità e imprenditorialità – attraverso una serie di temi, tra cui la sicurezza alimentare e la politica, le relazioni internazionali, la scienza e la tecnologia, la nutrizione e la salute, e la cultura culinaria.
Il padiglione partecipa al dibattito, agendo come un ponte per le idee, e abbracciando la visualizzazione di alcune ibridazioni molto americane: analogico e digitale, naturale e tecnologico, innovativo e riciclato. Sul sito estremamente lungo e stretto, definito da un masterplan insolitamente urbano, il padiglione è delimitato da una parete analogica (contenente ascensori, scale mobili, scale, alberi meccanici, ecc); un tetto puramente digitale (vetrata SPD SmartGlass che passa istantaneamente da trasparente a opaca per rispondere alle condizioni ambientali); una fattoria verticale (con torri idroponiche con un movimento guidato da una matrice); e una passeggiata che sale attraverso il padiglione, realizzata con una passerella recuperata dal lungomare di Coney Island.
A differenza di molti padiglioni storici, e in particolare i più recenti, American Food 2.0 è un invito ad entrare in un forum pubblico visibile, aperto e trasparente. Il padiglione è caratterizzato da apertura, trasparenza e accessibilità. Esso è composto da elementi di design sostenibile con una miriade di riferimenti alla cultura americana. Invece di una marcia forzata attraverso una mostra fissa (come nell’ultimo Expo) il padiglione offre una varietà di esperienze; uno spazio libero e flessibile, nonché una mostra lineare tradizionale. L’edificio è una struttura ispirata a un’azienda agricola industriale che include sia la semplice architettura agricola sia quella industriale e tecnologicamente avanzata in un amalgama molto americano degli opposti.
Aperto per i sei mesi dell’Expo, l’edificio verrà poi smantellato e sarà riutilizzato e riciclato, come richiesto dall’Ufficio internazionale delle Esposizioni. Può apparire un ossimoro di progettazione sostenibile, ma è un atto audace di diplomazia pubblica che sarà visto da circa 25 milioni di persone.